Municipio

Ultima modifica 5 agosto 2024

Il municipio

Non avendo uno stabile di proprietà da adibire a sede del Comune, gli uffici per molti anni vennero trasferiti da una casa all’altra in stanze prese in affitto. Fra il 1852 e il 1855, furono collocati in un locale già proprietà di Luigi Talamini Gendarme, quindi in una stanza messa gratuitamente a disposizione dal Pio Istituto Elemosiniere di Vodo e a casa di Bortolo Belfi de Borca (che all’epoca rivestiva il ruolo primo deputato, carica analoga a quella di sindaco). Nel 1860 gli uffici comunali si trasferirono a Rezzuò, al piano terra di uno stabile proprietà di Teresa Vecelli Segato, sorella dell’allora segretario comunale Giuseppe Vecelli. In seguito, per alcuni anni l’ufficio comunale trovò sede in locali di proprietà di Gregorio Gregori, finché nel 1878 non venne sistemato nella casa di Giosuè Belfi. L’edificio in questione, ancora esistente, è quello che sorge sulla via Nazionale vicino all’imbocco di via Ramo, a poca distanza dall’attuale Municipio, ma sull’altro lato della strada. In esso, al primo piano trovarono posto fino al 1928 gli uffici comunali, mentre il secondo piano era stato adattato ad aula scolastica.

A partire dal 1892 si avvertì, però, la necessità di avere un luogo stabile e di proprietà dove sistemare insieme gli uffici comunali e le scuole. La mancanza di risorse economiche impedì di realizzare i lavori per i quali in diversi momenti furono commissionati appositi progetti, l’ultimo dei quali fu quello redatto dall’ing. Giuseppe Palatini il primo ottobre 1926.

In seguito si preferì un approccio diverso, separando l’edificio scolastico da quello municipale. Considerando l’aspetto del corpo centrale dell’edificio ideato nel 1926, fu redatto da Palatini il nuovo progetto primo settembre 1927 che prevedeva una soluzione più economica di quelle prospettate fino ad allora, ovvero il riadattamento di un edificio già esistente. A tale scopo fu acquistato lo stabile di Augusto Zammichieli situato sulla via Nazionale, in fianco al Rio Strabain, a poca distanza dal terreno considerato nel primo progetto Palatini. I lavori furono appaltati all’impresa Sante Fontana con contratto 30 settembre 1927. Il 28 luglio 1928 gli interventi progettati erano conclusi e si diede mano ad alcuni lavori addizionali. Il 5 gennaio 1929 la costruzione poteva dirsi conclusa e fu possibile procedere con la liquidazione.

Nel 1929 fu trasferito al piano terra – nei locali ora adibiti ad ufficio tecnico - l’ufficio postale: vi rimase fino al 1961. In origine i locali al piano terra verso Rio Strabain ospitavano la sede del PNF, poi dalla soppressione del partito nel 1943, aperta una porta laterale, vennero adibiti ad ambulatorio.


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