Ercole Marchioni

Ultima modifica 7 agosto 2024

Ercole Marchioni, pittore (1890-1935)

Ercole Marchioni, di Ebo e Giuseppina Casamatta, nacque a Peaio l’8 febbraio 1890, terzo di cinque figli. L’intraprendente padre gestiva con la moglie l’Albergo Marchioni, vendeva generi coloniali e dopo aver esercitato per qualche anno l’attività di esattore e tesoriere, aprì anche una segheria sul Boite presso il Ponte di Peaio. Alla sua iniziativa si deve l’istituzione della locale Società per l’assicurazione degli animali bovini, la cui inaugurazione avvenne alla fine di maggio 1887.

Ebo morì nel 1898 lasciando orfani i figli, tutti in giovanissima età. Nel 1903 la segheria fu rilevata da Giovanni Talamini di Vodo e Giuseppina decise di trasferirsi a Padova. Lì Ercole frequentò le scuole tecniche, ma ebbe anche modo di scoprire le sue innate inclinazioni artistiche.

Nel 1911 fu ammesso all’Accademia ed Istituto di belle arti di Venezia, dove si diplomò, diventando così professore di disegno (la sorella Antonietta moglie di Pompeo Marsoni aveva casa nella città lagunare ove Ercole troverà sempre ospitalità).

Il riconoscimento delle sue elevate doti artistiche gli fece meritare un posto alla famosa mostra di Ca’ Pesaro del 1913 dove espose insieme ad altri pittori emergenti come Felice Casorati, Gino Rossi ed Arturo Martini.

Nel 1914 si trasferì per un breve periodo a Monaco di Baviera con l’idea di frequentare la rinomata Accademia, senza riuscirci per problemi finanziari; rientrò dunque a Peaio dove lo sorprese lo scoppio della guerra.

Chiamato per mobilitazione, il 26 maggio 1915 entrò nel Comando di Tappa di Belluno. Dopo aver frequentato la Scuola di fanteria per mitraglieri di Parma, ai primi di giugno del 1916 fu destinato a Conegliano e, come sottotenente di Fanteria, inquadrato nel neocostituito 228° Reggimento Brigata Rovigo. In tale veste partecipò il 30 giugno 1916 alla durissima battaglia del Monte Colombara (posto tra Asiago e il Monte Ortigara), esperienza traumatica in seguito alla quale manifestò i primi segni di disagio psichico.

La madre mandò una richiesta perché Ercole fosse esonerato dalla prima linea, tanto più che nel frattempo era caduto alla Croda d’Ancona (tra Ospitale d’Ampezzo e Forcella Lerosa) anche il fratello Ippolito classe 1888, alpino della Brigata Cadore, morto il 7 giugno del 1916; tuttavia la domanda presentata da Giuseppina venne rifiutata il 7 ottobre 1916. In seguito, comunque, Ercole fu trasferito a Udine dove visse anche la drammatica esperienza della rotta di Caporetto.

Congedato in data 5 agosto 1919, tornò in Cadore profondamente turbato dalle vicende vissute; fu coinvolto nella riprogettazione e costruzione del Monumento ai Caduti, per il quale fungerà anche da direttore dei lavori. In quegli anni aprì un suo studio a Venezia, ma iniziò anche il calvario dei ricoveri, prima all’isola di San Servolo di Venezia e quindi nel 1927 presso la struttura psichiatrica di Feltre. Dopo le dimissioni nel 1930 si divise fra Venezia e lunghi periodi a Peaio, dove morì di broncopolmonite il 30 luglio 1935.

 

Si ringrazia Marco Moretta per le preziose informazioni.

Su Ercole Marchioni si veda:

Magnifica Comunità di Cadore – Regione Veneto, Pittori Cadorini sul fronte della Grande Guerra. P. Solero E. Rossaro E. Marchioni, di M. Da Deppo, A. Genova (a cura di), Belluno 2016 (il contributo su Ercole è a firma di Antonio Chiades).

Compare anche nella narrativa:

Antonio Chiades, Il bosco guaritore. Storia incompiuta di un artista che dipingeva solitudini e montagne, Canova 2007.

 

Paolo Seno, Dove la sorte ti ha voluto chiamare. Angelo Astolfoni detto Nino, artista e giornalista di Venezia, sottotenente esploratore nella Grande Guerra, Tra le righe Libri 2020.


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