Ciauceres
Ultima modifica 31 agosto 2024
I forni da calce (ciaucères)
Nel territorio del Comune di Vodo è possibile individuare alcune costruzioni in pietra dalla struttura ben riconoscibile sebbene non sempre ben conservata. Si tratta dei forni da calce o calchere (ciaucères), particolari manufatti in cui i sassi ricchi di carbonato di calcio venivano cotti per ricavarne la calce da usare come malta nei lavori edili.
In una specie di botte, scavata in parte nel terreno e rivestita di pietre a secco, venivano accatastati i sassi di roccia calcarea. Sotto i sassi vi era la camera di combustione riempita di legno (in genere faggio e abete): un’apertura permetteva di appiccare il fuoco, alimentarlo in modo continuo e nel contempo fornire l’ossigeno necessario alla combustione.
Una volta acceso, il fuoco doveva ardere per circa tre giorni ininterrottamente, in modo da raggiungere e mantenere all’interno gli 800-1000 gradi necessari a produrre quella reazione chimica che a partire dal carbonato delle pietre portava alla produzione della calce viva (ossido di calcio).
La calce viva veniva poi pericolosamente estratta dalla calchera e gettata in apposite fosse scavate nel terreno dove era mescolata con acqua: con una vivace reazione chimica si otteneva così la calce morta (idrossido di calcio) pronta ad essere utilizzata.
Le ciaucères dei dintorni di Vodo spesso sono state allestite da privati che avevano bisogno di calce per la realizzazione di un determinato progetto di costruzione: per la loro attivazione era necessaria un’apposita licenza rilasciata dalle autorità forestali. C’erano però anche calchere stabili di proprietà della frazione, come quella costruita a Vinigo nel 1811, o quella di Vodo situata nei pressi del Rio Dall’Olio. Quest’ultima nel 1912 fu concessa in uso a don Giovanni Zammichieli e a Giovanni Talamini Cecco, che si impegnarono a restaurarla perché in cattivo stato, ed è quella che attualmente è meglio conservata.
La topografia stessa spesso richiama la presenza di forni da calce, benché non sempre i resti siano visibili, ridotti ormai a cumuli di sassi coperti da vegetazione. In una recente ricognizione sul territorio comunale, Domenico Belfi ha identificato forni da calce nelle località Ru de Crepedèles, Pian o Busa de la Ciaucères, Pian de Comun di Peaio, Via Ru a Vinigo, La Fopes, La Ciaucères (presso le località Truoi del Postin), Vàra autes, La Rosta nei pressi di Rio dell’Olio: in molti casi con l’aiuto di generosi volontari è riuscito a riportarne i resti alla luce.